Lezione di Sesso: La masturbazione
Riceviamo da un po’ di tempo richieste di consulenze sessuologiche di ragazzi e ragazze allarmati dalla lezione di sesso n° 21 pubblicata sul sito www.genitori.it. Il sito è “l’organo ufficiale” dell’Associazione MOIGE Movimento Italiano Genitori; questa organizzazione si definisce politicamente indipendente e non confessionale. Al fine di rassicurare tutti coloro che ci hanno scritto, pubblichiamo il testo con alcuni commenti ironici (non resta che riderci su..)
La lezione in questione ci viene rifilata dalla Prof.ssa Leda Galli Fiorillo, biologa e docente specialista in bioetica. La insigne scienziata, evidentemente stufa di argomentare sull’apparato riproduttivo delle lumache e sulla riproduzione sessuale dei gamberetti, allarga il suo raggio d’azione disquisendo sugli effetti esistenziali della masturbazione adolescenziale.
La signora non ci racconta se la mucca maremmana ha un orgasmo più intenso di quella frisona, no… macché! La signora ci spiega invece che la ricerca dell’umano “piacere solitario” è un tradimento dell’eccitazione sessuale che, ovviamente, andrebbe scaricata insieme ad un partner. Chi non ha una compagna di giochi non tema: la sana polluzione notturna cura tutti i mali (la similitudine con la valvola di sicurezza della pentola a pressione viene spontanea). Il risultato di cotanta tracotanza scientifica è che alcuni ragazzi (anche genitori) hanno scritto a www.vitadidonna.itper ottenere delle rassicurazioni.
Ho da poco superato la cinquantina e ricordo chiaramente quando da adolescente frequentavo i luoghi del culto cattolico: -“Ti tocchi? Commetti atti impuri?” chiedeva morbosamente il prete nella penombra del confessionale. Certo che mi toccavo.. ma non ci misi molto a capire che, nel confessare la verità, la manifestazione di pentimento risolveva ogni problema (in fondo ero nel regno delle ipocrisie). Ho il vago sospetto che il moralismo cattolico, bigotto e colpevolizzante degli anni della mia adolescenza, abbia mutato le sue sembianze: l’assatanato masturbatore non sarà più accecato dal pianto di Gesù … no, oggi tradirà la sua natura di umano che rincorre l’amore e la maturità esistenziale. Beh.. niente male. Audace ed elegante… il ricatto.
"Dunque, si sente dire, in merito agli adolescenti, che la masturbazione sia cosa buona da praticare, in quanto mezzo di conoscenza di sé e delle proprie reazioni, e pertanto c’è addirittura chi la incoraggia come opportunità di crescita."
Chi lo dice? Hanno fatto dei girotondi ed io non c’ero? Ah.. ho capito, la signora allude a quegli atteggiamenti non inquinati da ipocriti propositi di controllo e di mortificazione dell’umana natura. Atteggiamenti che, nel prendere atto della ineluttabilità della pratica masturbatoria, liquidano la questione con un aggettivo: è normale.
"Ragioniamo."
Si… sarà meglio.
"L’eccitazione sessuale è quella situazione particolare che predispone gli organi genitali sia maschili che femminili al compimento dell’atto sessuale, che per sua natura si realizza fra due persone di sesso diverso."
Mi sa che la signora è omofoba oppure ha sbagliato lezione, qui parla evidentemente della riproduzione.
"Ma la persona non è solo organi genitali. Pertanto l’eccitazione sessuale predispone l’intera persona, corpo e psiche, ad andare verso l’altro, ad aprirsi all’altro, ad unirsi all’altro in uno slancio di donazione, godendo legittimamente, nel contempo, del piacere che ne scaturisce."
E l’infante che ha un’erezione durante il bagnetto? Quello che si tira il “pipino” e ti guarda gorgogliando e sorridendo? Che fa? E’ già malato? Finirà come un clochard del sesso solitario su di una panchina imbrattata da spermatozoi agonizzanti?
"Non così con la masturbazione. Non a caso essa viene chiamata anche “piacere solitario”: essa, infatti, è finalizzata esclusivamente a provocare il proprio piacere sessuale, in solitudine, tradendo quindi il senso stesso dell’eccitazione sessuale. E non solo il piacere qui rappresenta il fine, ma addirittura l’altro, verso cui andare, non esiste, almeno non nella realtà del momento."
Per fortuna la signora non ha visto il cagnetto della mia amica masturbarsi sul mio polpaccio. Il peluche animato è doppiamente colpevole: prima per aver cercato il piacere solitario, io non ho certo partecipato, poi è andato contro natura giocando con me al belloccio e alla bestiolina.
"La masturbazione pertanto si connota come un vero e proprio ripiegamento su sé stessi, come una chiusura del proprio io, che invece sarebbe chiamato ad espandersi, ad aprirsi nella donazione d’amore (ne è testimonianza il senso di profondo malessere interiore che lascia, al di là del piacere fisico che produce). In definitiva la masturbazione, come stile di vita, può solo inibire la capacità di amare e quindi ostacolare il processo della crescita personale."
Forse la signora nel guardare “La marcia dei pinguini” ha colto solo il lato romantico del documentario. La biologa trascura l’ipotalamo, quella porzione di cervello delle dimensioni di una noce che conserva i nostri istinti più atavici, tra i quali quello della conservazione della specie, quindi…. la pulsione sessuale. La colonia di pinguini, guidata da madre natura, si muove verso la meta riproduttiva perché spinta dall’ipotalamo. Nell’adolescenza esplode il desiderio sessuale perché quella è esattamente l’età di maggior efficienza riproduttiva. Le nostre ragazze tredicenni che vediamo sfilare per la strada, prosperose e provocanti, rappresentano il trionfo del richiamo sessuale. Come le definiamo? Delle troiette o più semplicemente delle ipotalamiche? Gli adolescenti ricorrono alla masturbazione, perché sottoposti agli affetti chimici di madre natura, effetti che esercitano il loro dispotismo in un momento di costruzione della personalità in cui le competenze relazionali non sempre sono mature. Tutto ciò è motivo di preoccupazione? Di ostacolo alla crescita personale?
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"Non è inutile poi aggiungere che non occorre praticare alcuna “scuola” di piacere sessuale per apprendere le reazioni del proprio corpo in merito: il piacere sessuale è, infatti, per sua natura talmente forte e coinvolgente, che se ne fa immediatamente l’esperienza quand’è il momento…"
Certo… sarai mia nel canneto e la natura ci guiderà. E’ questo il titolo del film sceneggiato dalla biologa? Come dire.. dalle bamboline o i soldatini all’amplesso coinvolgente in due secondi netti. Ma non sarà che questo tipo di approccio al sesso sia una delle cause dei numerosi aborti adolescenziali?
"Certo, gli adolescenti, per imparare ad esercitare il dominio delle proprie pulsioni, come si diceva, hanno bisogno di tempo."
Ecco… ci siamo. La signora arriva al punto, quello che gli sta più a cuore: il controllo delle pulsioni, o meglio, il sacrificio. Una volta lo chiamavano “fioretto” ed era dedicato a qualche santo in cambio di qualche favoruccio di poco conto.
"Intanto occorre tranquillizzarli circa le loro paure. Questo vale, ovviamente, soprattutto per i ragazzi."
E come li tranquillizziamo? Bussiamo ogni ora alla porta della loro stanza chiedendo se si toccano? Insomma … dobbiamo rompergli le scatole. E ammesso che uno di questi confessi la colpa, prima di somministrare la lezione della Prof.ssa Leda Galli Fiorillo, lo lasciamo finire o irrompiamo come la Digos nella stanza? Probabilmente la signora ha frequentato molto poco i maschi, altrimenti saprebbe che questi ammettono raramente, solo in circostanze goliardiche e solo tra coetanei la loro propensione onanistica.
"Molti di loro infatti credono che, se non eiaculano ogni tanto, rischiano poi chissà quali danni. Nulla di più sbagliato. In natura tutto è previsto. Gli spermatozoi vengono fabbricati continuativamente tutti i giorni, dalla pubertà alla vecchiaia: è fin troppo ovvio che non potrebbero però venir utilizzati tutti i giorni! Pertanto nell’uomo è predisposto un sistema di riciclaggio degli spermatozoi non utilizzati, che sono la stragrande maggioranza, attraverso il riassorbimento del loro patrimonio di proteine e di DNA, comunque prezioso, che viene riutilizzato per fabbricare sempre nuovi spermatozoi. E’ vero che a volte la tensione che si accumula localmente nel maschio può anche essere alta, ma pure per questo c’è una soluzione naturale: esiste un fenomeno chiamato “polluzione notturna” che serve proprio a scaricare l’eccesso di tensione durante il sonno del ragazzo, pertanto in modo inconsapevole ma comunque liberatorio. Quindi, nessuna paura!"
Non si può sentire questa cosa! L’asserzione grida vendetta! Se qualcuno non l’ha capita provo a spiegarla in termini più carnali. Gli spermatozoi non sparati si riciclano, ok. siamo d’accordo. Se la voglia di orgasmo supera i livelli della umana sopportazione, non ci si deve preoccupare poiché il maschio possiede una valvola di sicurezza. La barzelletta è della serie: non fare il segaiolo ma aspetta la pullulata notturna… non è sempre puntuale ma prima o poi arriva. In questo modo non godi da solo e avrai una vita sessuale coinvolgente. Mi permetto di aggiungere che magari Gesù è anche contento. La riflessione sulla masturbazione scivola via con questa soluzione.
"Si diventa tanto più adulti quanto più si impara a governare le proprie pulsioni!"
Ecco di nuovo il sacrificio inteso come strumento di realizzazione esistenziale. Peccato che qui non si parli del governo delle aggressività (in questo momento saprei con chi sfogare la mia). L’ipotalamo governa i nostri istinti. E’ quindi ovvio che il livello di maturità di un essere umano sia direttamente proporzionale alla capacità di negoziazione tra desiderio e realtà. La differenza che esiste tra il leone della foresta e l’umano animale sta nel diverso modo di agire e di sentire. Lui, il leone, uccide il maschio per corteggiare la sua femmina, l’umano non lo fa, invece, perché condizionato dal contesto sociale e dalle sue regole. E, tra quest’ultime, non c’è solo il codice penale con tutto il suo potere deterrente, c’è invece un diffuso codice di convivenza fatto di emozioni e di valori condivisi e, soprattutto, di rispetto dell’altro. L’epilogo della biologa sarebbe condivisibile, se fosse riferito alle pulsioni aggressive che inquinano la serenità della maggioranza degli esseri umani. E’ invece da condannare se parliamo di masturbazione, quella cosa “naturale” praticata in età adolescenziale, a volte in modo frenetico, e anche in età adulta, in via occasionale. Quindi… perché rompere i marroni ai nostri ragazzi? Non ci sono testi scientifici, esclusi quelli che traggono ispirazione dai libri di preghiera parrocchiali, che auspichino un interevento terapeutico se non in presenza di una patologia consolidata in età adulta.
"Spiegare agli adolescenti con delicatezza il senso di quello che provano, far loro comprendere che sentire non è la stessa cosa che acconsentire, che l’importante però non è non cadere mai, ma mettercela tutta per non cadere e comunque volersi sempre rialzare, sono altrettanti atti d’amore nei loro riguardi, che trasmettono loro il desiderio di fortificarsi, di vincersi, di voler diventare veramente adulti, liberi e responsabili e di imparare a loro volta ad amare."
Insomma… se ogni tanto ti scappa una toccatina non di devi sentire in colpa. L’importante è imparare a resiste al desiderio della successiva. Resistere, resistere, resistere invocò Borrelli parlando degli attacchi alla magistratura. Una vita con le mani legate, ecco cosa auspica la scenziata per i nostri ragazzi.
E le ragazze? La biologa dimentica le ragazze rapite da quello che una volta era definito rozzamente “furore uterino”, il sintomo che conduceva alla ninfomania. E’ sufficiente leggere le numerose statistiche pubblicate dai settimanali più alla moda, per rendersi conto di quanto la masturbazione sia diffusa tra il gentil sesso. Se l’insigne biologa volesse approfondire, potrebbe fare una capatina in un sexy shop e informarsi di persona sull’andamento delle vendite dei vibratori. Inoltre, sappia la signora, che il citato genere di conforto potrà anche essere acquistato in farmacia. Cosa può fare la ragazza affetta dalla sindrome del piacere solitario? Boh… forse usare la carta assorbente, magari tre volte al dì.
Sull’argomento aspetto fiducioso la prossima lezione.
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La pillola anticoncezionale e la libertà nei rapporti sessuali
Vorrei chiedervi gentilmente un chiarimento, in riferimento alla funzione anticoncezionale svolta dalla pillola.
Presumendo che essa sia usata ed assunta in modo del tutto regolare e corretto,
nel momento in cui si ha un rapporto sessuale "completo"
(ossia la penetrazione dello sperma maschile in vagina),
ostacola la generazione di una gravidanza, come sarebbe invece naturale?
E' quindi questa la libertà che si ha nel rapporto sessuale con l'assunzione della pillola?
Temo che ci sia un problema di terminologia.....se tu intendi per naturale il rimanere incinta
dopo un rapporto sessuale allora non vi è nulla di meno naturale della pillola.
La spinta emotiva e fisica al sesso è legata alla riproduzione della specie e quindi, all'accoppiamento,
segue di regola il concepimento . La pillola separa i due eventi, consente una vita sessule
totalmente separata dalla riproduzione e quindi totalmente innaturale secondo questa interpretazione.
Se invece ti riferisci a un problema "tecnico" allora fare l'amore con la pillola o senza è
esattamente identico perchè i cambiamenti indotti dalla pillola e che rendono la donna
non fertile sono troppo piccoli per essere avvertiti durante l'atto sessuale.
Non so se ti ho dato la risposta che desideravi..
Non riesco a capire se ho l'orgasmo. Quando vengo penetrata ho una eccitazione fortissima ma vorrei sapere come posso riconoscere l'orgasmo. So che esiste quello vaginale e quello clitorideo. La seconda perplessità è che quando facio l'amore il mio compagno ha una erezione perenne, infatti i nostri rapporti durano a lungo. Il problema è che a volte non riesce a raggiungere l'eiaculazione. Che differenza c'è tra eiaculazione e orgasmo? In realtà l'orgasmo è praticamente lo stesso, cambia solo se lo si raggiunge tramite la stimolazione clitoridea o tramite penetrazione.....è difficile dire se un altro lo prova o no......in genere, ma non sempre, comprende delle sensazioni generali del corpo, non solo locali e si accompagna a delle contrazioni o pulsazioni locali.....che ti sembra? Per quello che riguarda il tuo partner esistono degli uomini che hanno difficoltà nell'eiaculazione e alcuni di essi possono raggiungere l'orgasmo, cioè delle contrazioni, senza fuoriuscita del liquido seminale. |
Ho 26 anni e da pochi mesi ho iniziato ad avere rapporti completi, ma senza mai raggiungere l'orgasmo vaginale, e sta diventando, per me, un vero problema. Premetto che il mio uomo non ha mai avuto questo tipo di problema con altre. Ciò che chiedo è che mi vengano suggerite tutte le cause, ed eventuali metodi , anche farmacologici, che possano indurre un eccitamento vaginale per poi così stimolare l'orgasmo vaginale. Non esistono in commercio dei prodotti specifici? E quali possono essere le cause del problema? |
In genere la mancanza di orgasmo vaginale è legata a problemi sia psicologici che tecnici......in vagina non esistono o quasi terminazioni nervose, come insegna il poco fastidio che dà l'assorbente interno. Il piacere della penetrazione oltre al brivido di avere un altro essere umano al proprio interno, se c'è e se la cosa invece non ci spaventa, è legato alla stimolazione e allo stiramento delle fibre nervose intorno al clitoride. Masters e Johnson, i padri della sessuologia, consigliano dicominciare con la stimolazione manuale e poi iniziare la penetrazione quando l'orgasmo è ormai irreversibile, così, intanto, da mischiare le due sensazioni. Un'altro consiglio è quello di fare l'amore stando sopra, in maniera da poter stimolare le strutture nervose paraclitoridee e clitoridee a proprio piacimento. Altro ancora è farsi toccare durante il rapporto.... |
Orgasmo vaginale Sto assieme ad una ragazza da circa un anno, durante tutto questo periodo lei non ha mai raggiunto l'orgasmo "vaginale" mentre con la masturbazione orale raggiunge facilmente o quasi l'orgasmo clitorideo. All'inizio credevo fosse una mia colpa e/o mancanza (anche se, che io sappia, nei rapporti con precedenti partner non si e' mai riscontrata tale mancanza e/o colpa). Durante il rapporto spesso mi chiede di fermarmi perche' ha la sensazionedi "farsi addosso", io gentilmente ho cercato di esortarla a lasciarsi andare, ho cercato di dirle che probabilmente la "sensazione" e' come "un'anticamera" dell'orgasmo in arrivo, ma invano. Lei prima di me ha avuto rapporti con altri ragazzi e anche con loro si e' verificato lo stesso problema, ma e' davvero un problema? Come possiamo "risolvere" questa situazione? |
Cosa sente la sua ragazza, che le scappa la pipì ? Potrebbe svuotare la vescica prima di avere rapporti, così forse si sentirebbe più tranquilla? Potrebbe lei incitarla proprio a fargliela addosso, come gesto erotico, in modo da liberarla da timori e inibizioni? Non so se la vostra confidenza potrebbe permettere un approccio un po' "esplicito" come questo: può scrivermi cosa ne pensa in modo che io possa aiutarla meglio? Non so se è un problema in assoluto, ma se lei desidera che la sua ragazza raggiunga l'orgasmo vaginale mentre per lei è indifferente è un tipo di problema, se invece è un desiderio di ambedue è un altro tipo di problema......in genere le donne che raggiungono l'orgasmo in un modo con il tempo, se lo desiderano, possono riuscire anche a raggiungerlo in altri..mi scriva ancora, se vuole |
Vorrei sapere cosa si può fare per l'anorgasmia, che da sempre non mi permette di provare piacere nel rapporto di coppia durante la penetrazione, ma solo con la stimolazione clitoridea. Cosa posso fare? |
A metterla giù in fretta in fretta, nell'intervallo pranzo, ti potremmo dire che Masters e Johnson, i pionieri della sessuologia, consigliavano di cominciare la stimolazione clitoridea, raggiungere il cosiddetto punto di non ritorno verso l'orgasmo e cominciare la penetrazione in quel momento per, intanto, raggiungere l'orgasmo non proprio a causa del pene ma, almeno, con il pene in vagina.... Che ne pensi? Scrivi ancora, se vuoi, se vuoi potresti anche vedere una sessuologa, certo, il discorso può essere più complesso. |
Ho conosciuto una ragazza che si trova molto bene con me (ed io con lei) e da più tempo desiderava comunicarmi questa cosa... ancora non abbiamo avuto rapporti. (omissis) Ha avuto in passato uomini poco attenti e una esperienza che l'ha traumatizzata. E questo penso che chiarisca il quadro assieme all'insensibilità del primo uomo e in seguito all'inadeguatezza dei successivi (forse mi permetto di dedurre, anche ricercata inconsciamente). Adesso ci sono io. E lei ha grande fiducia in me, fiducia che non vorrei tradire, con un'appropriata preparazione e sensibilità. Vorrei capire alcune cose: Ad esempio quello del vaginismo è uno stato spastico che si presenta solo al momento della penetrazione, tramite irrigidimento....e di base c'è la paura del dolore? Io poi non so.... se lei sia vergine o meno, non l'ho chiesto e tecnicamente questo non lo so. Mi farebbe piacere ricevere qualche consiglio e in caso qualche testo (non eccessivamente complesso ma valido) da consultare, da acquistare in libreria. E poi come comportarmi....o anche se sia necessario assolutamente spingere avanti l'idea di un terapeuta (in caso specializzato e non un semplice terapeuta, che io già ho?) |
Il vaginismo è una contrazione involontaria dei muscoli che si trovano al'imboccatura della vagina, che avviene per paura del dolore della penetrazione e che è a sua volte causa del mantenimento del dolore. Esistono numerose terapie ma come ben lei saprà, visto che svolge una psicoterapia, il punto centrale è che bisogna che la donna affetta trovi lo spirito per "ribellarsi" al sintomo, che da una parte la protegge anche se a prezzo di una limitazione importante. Da questo punto di vista il vaginismo si imparenta con la famiglia delle fobie. Cercare di convincere una persona che soffre di claustrofobia a salire in ascensore è solo una frustrazione sia per chi la fa che per chi la riceve, finchè non è il soggetto che decide di trovare il modo di salire in ascensore. In questo senso è prima di tutto necessario che la ragazza in questione desideri liberarsi del disturbo come di una camicia troppo stretta che ha a lungo portato ma che desidera togliersi. E' in effetti alquanto difficile, però, che possa essere proprio lei ad aiutarla, in quanto si crea di solito un circolo vizioso in quanto lei , pur animato di ottime intenzioni per ambedue, la vuol alla fin fine spingere a fare proprio ciò che lei, la ragazza, teme, e quindi può essere facile che per paura, lei venga rifiutato. Può non essere indispensabile fare una terapia, che sarebbe forse meglio specifica, con qualcuno esperto in questi disturbi, ma se ci chiede un consiglio pratico, questo è :non faccia nulla. Non chieda di far l'amore, non proponga soluzioni, non insista. Lasci che sia la ragazza ad affrontare il proprio problema, senza l'interferenza del doversi difendere. In altre parole non cerchi di convincere il claustrofobico a salire in ascensore, si peggiora solo la situazione. Ogni sintomo dice qualcosa sulla nostra storia e sulla nostra vita e se questa ragazza la interessa sul serio ( mi perdoni la banalità ) ci sarà tutto il tempo per costruire una relazione, ascoltare, cambiare, inventare una nuova vita diversa dalla precedente, più serena e divertente. Lei spera di avere una appropriata sensibiltà e preparazione, forse potrebbe leggere qualche libro dello psicologo Nardone, sul trattamento delle fobie, per quello che riguarda lo specifico sessuale i nomi di riferimento storici sono Masters e Johnson e Helen Kaplan, scriva ancora se vuole, sia in senso generale che se vuole raccontarmi come sta andando, sinceri auguri e saluti. Siti che pagano per click o wiew
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